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Articoli con tag ‘ammazzare il tempo’

Zerzan e la fine felice del tempo (cit. 3/3)

“Fin da quando la civilizzazione ha soggiogato l’umanità abbiamo dovuto vivere con la malinconica idea che le nostre più alte aspirazioni sono forse impossibili in un mondo in cui il tempo è in costante progressione ascendente [e accelerata – NdB].  Più si rimandano e allontanano i piaceri e la tolleranza – e questa è l’essenza della civiltà – più diventa concreta la dimensione del tempo. La nostalgia per il passato, il fascino esercitato dall’idea di viaggiare nel tempo e l’appassionata ricerca di una maggiore longevità sono alcuni dei sintomi della malattia del tempo per cui non sembra esistere alcuna cura.  (…) Vediamo la pienezza dell’ alienazione nel mondo diviso del capitale.

Pensiamo al tempo in modo olistico piuttosto che alle sue parti [gli intervalli relativi in successione], e solo così ci si rivelerà nella sua totalità. La crisi del tempo è la crisi della totalità. Il suo trionfo, apparentemente ben riconosciuto, in realtà non è mai stato completo, dal momento che parecchi filosofi hanno potuto mettere in discussione i presupposti fondamentali della sua esistenza. Sul lago Silviplana, Nietzsche trovò l’ispirazione per Così parlò Zarathustra – “Seimila piedi al di sopra di uomini e tempo…”, così scrisse nel suo diario. Ma non si può trascendere il tempo per mezzo di un superbo disprezzo dell’umanità, perché sconfiggere l’alienazione che esso genera non può essere un progetto solitario.  In questo senso preferisco la formulazione di Rexroth (1968):l’unico Assoluto è la Comunità dell’Amore con cui il Tempo finisce“.


…Possiamo mettere fine al tempo?
Il suo movimento può essere visto come il campione e la misura di un’esistenza sociale che è diventata sempre più vuota e tecnicizzata. Avverso a tutto ciò che è spontaneo e immediato, il tempo rivela sempre più chiaramente il suo legame con l’alienazione. L’intento del nostro progetto di rinnovamento deve contemplare l’intera portata di questa dominazione collettiva. La vita divisa sarà sostituita dalla possibilità di vivere completamente e pienamente – in assenza di tempo – solo se eliminiamo le cause primarie di tale divisione.

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Citazioni  liberamente adattate da:  “Ammazzare il Tempo”, scritto da J. Zerzan verso metà anni ’90.

Nota:  sul tema filosofico della “Caduta nel Tempo”, ovvero una visione pessimistica del Tempo, inteso quale  “malattia” della civiltà storica e contemporanea, vedi anche:  E. Cioran (nei tags di questo blog)

John Zerzan: citazioni sul Tempo (2)

Da “Ammazzare il tempo”, di John Zerzan:

“…

Non esiste nulla che sia anche lontanamente simile al tempo. È tanto innaturale e tuttavia tanto universale quanto l’alienazione. (…) Cos’è il presente? Sappiamo che è sempre ora; si è confinati ad esso in un senso importante e non si può esperire alcuna altra “frazione” di tempo. Parliamo sicuri di altre frazioni di tempo che chiamiamo “passato” e “futuro”, ma mentre le cose che esistono altrove nello spazio continuano ad esistere, le cose che non esistono ora (…) in realtà non esistono affatto.

Il tempo necessariamente scorre; senza il suo passaggio non ci sarebbe il senso del tempo. Qualsiasi cosa scorra, però, scorre rispetto al tempo. Il tempo pertanto scorre rispetto a sé stesso, che non ha alcun significato perché nulla può scorrere rispetto a sé stesso. Non è disponibile alcun termine per fornire una spiegazione astratta del tempo eccetto termini in cui il tempo sia già presupposto. È necessario mettere in dubbio tutto quanto è scontato. La metafisica con le restrizioni che la divisione del lavoro ha imposto fin dal suo inizio è troppo limitata per un tale compito.

Cosa provoca lo scorrere del tempo, cosa lo fa muovere verso il futuro?

Qualunque cosa sia, deve trattarsi di qualcosa oltre il nostro tempo, più profondo e più potente, deve dipendere, come sostenne Conly (1975) “da forze elementari continuamente attive”.

(…) Fondamentalmente “catturiamo il tempo” (…) La cattura del tempo si rivela come un “enorme aumento del controllo sulla natura”. Il tempo diventa reale perché ha delle conseguenze, e questo effetto non è mai stato così angosciosamente manifesto.

Si dice che nel suo profilo più scarno la vita sia un viaggio attraverso il tempo; che sia un viaggio attraverso l’alienazione è uno dei più pubblici dei segreti. “L’ora non batte per l’uomo felice”, recita un proverbio tedesco. Lo scorrere del tempo, una volta insignificante, è ora il battito inevitabile, limitante e coercitivo che rispecchia l’autorità cieca. Guyau (1890) affermò che lo scorrere del tempo costituisce “la distinzione fra ciò che si desidera e ciò che si ha” e pertanto “il principio del rimpianto”.
Carpe diem, consiglia la massima, ma la civiltà ci obbliga sempre ad ipotecare il presente per il futuro …

…”